Dopo il secondo conflitto mondiale, Sacco Sonador Clemente, come tanti altri della sua dinastia e per sopravvivere, esercitava la necessaria e delicata professione di stagnino ambulante, passando per le cucine di famosi alberghi e per le grosse aziende agricole dell’Alto Adige del Tirolo. Gradualmente, con il boom economico, nacque anche il conseguente “momento“ degli straccivendoli: tutto si rinnovava sulla scia dell’irrefrenabile avanzata tecnologica e nel rispetto del nuovo ideale di razionale funzionalità. Così, tra una stagnatura ed un recupero “fatto per piacere“, dalle cantine e dalle soffitte altrui vennero alla luce tanti oggetti interessanti di rame, bronzo e legno. E pare proprio che Clemente ci prese gusto: con la maggior disponibilità di denaro, cominciarono gli acquisti fortuiti e le scelte interessanti e poi, pian piano, la passione per i mobili massicci che la civiltà dei consumi relegava per poi sostituirli con quelli di nuova concezione.
Slitte tirolesi accanto a culle carniche, armadi altoatesini dipinti, mobili di sacrestia ad intarsio; tutti pezzi del ‘600 e ‘700 e persino qualche cosa del ‘400 erano gli oggetti raccolti e che si dimostrarono vere delizie per appassionati e collezionisti benestanti.